Dopo 5 anni dai primi prototipi e con tre anni di ritardo rispetto a quanto previsto, finalmente Tesla ha consegnato a Pepsi il primo camion elettrico Semi. Le prossime aziende in lista sono adesso Brewer Anheuser-Busch, United Parcel Service e Walmart.
Tesla Semi Delivery Event
La prima consegna dei Tesla Semi è avvenuta, quindi, il 1° dicembre 2022, presso la Gigafactory di Reno in Nevada, durante il Semi Delivery Event.
A ritirare il camion elettrico più atteso di sempre c’erano Kirk Tanner e Steven Williams, AD Beverages e Foods di Pepsi-Cola che ha subito creduto e investito nel progetto pre-ordinando 100 unità.
Elon Musk, poi, è salito sul palco dicendo: “Se sei un camionista e vuoi il camion più tosto della strada, allora devi prendere Semi”. Poi, di fronte alla folla, all’interno della fabbrica, il patron delle Multinazionali ha guidato uno dei tre camion elettrici esposti.
Tesla Semi highlights
Abbiamo parlato delle caratteristiche note del Tesla Semi in questo articolo, qui facciamo un aggiornamento su alcuni highlights. Presentato nel 2017 come il veicolo industriale che avrebbe rivoluzionato il mondo e il mercato del trasporto su gomma, oggi il camion elettrico Tesla non stupisce più per l’alimentazione.
Nel frattempo, infatti, il traguardo è stato ampiamente raggiunto e superato da diversi Costruttori come Daimler (Mercedes e Cascadia), Scania, MAN, Renault, Iveco (Nikola Tre). Un elemento straordinario, però c’è ancora, l’autonomia: il Tesla Semi con una ricarica fa 800 km (500 miglia).
Autonomia 800 km
Insomma, è rimasta fino all’ultimo come un miraggio, ma alla fine l’autonomia del Tesla Semi – a pieno carico (37 tonnellate) – sembra essere veramente di 800 chilometri, con buona pace dei detrattori.
Lo ha dichiarato Musk a fine novembre twittando i risultati degli ultimi test con prototipo e sembrerebbe dimostrarlo un video pubblicato su Youtube in cui si può seguire la prima consegna in timelaps.
Il camion elettrico è ancora sostenibile?
Il mercato dei veicoli pesanti elettrici che è partito prima, si trova in questo momento a fare i conti con l’obiettivo dei 500 km (mediamente siamo a 300 km), quindi sembrerebbe che Musk abbia fatto un bello scatto in avanti.
Tuttavia, il limite dello sviluppo non sta solo nei powertrain, nelle batterie e nelle infrastrutture, c’è anche un discorso di sostenibilità ambientale. Secondo alcuni studi se aumentassero i camion elettrici in circolazione, nel 2035 una grande stazione di ricarica potrebbe assorbire la potenza di una città.
PTT, batterie e consumi
Torniamo al presente, riguardo alle specifiche tecniche sul Tesla Semi c’è sempre stato un certo mistero, tuttora non sappiamo quanto pesi il trattore di per sé (segmento delle 15 tonnellate), sappiamo solo che il peso massimo della combinazione a pieno carico è di 37.195 kg (82.000 libbre).
Due i pacchi batterie disponibili, di cui conosciamo le autonomie stimate (500 o 800 km) ma non è ancora chiara la capacità, forse una inferiore a 600 kWh e l’altra 1.000 kWh (1 MWh)
Se sull’accelerazione 0-60 mph (96,5 km/h) in 20 secondi a pieno carico abbiamo la testimonianza di qualche video, sul consumo di energia dobbiamo fidarci di quanto dichiarato: meno di 2 kWh/miglio (1,24 kWh/km)
Tre motori elettrici indipendenti
Il Tesla Semi, inoltre, si caratterizza per i tre motori elettrici indipendenti, due per l’asse posteriore (con disinnesto automatico) e uno sul secondo asse per la guida in autostrada (costantemente innestato). Una soluzione che ottimizza il consumo di energia.
I motori elettrici, inoltre, per massimizzare la resa dell’unità di trazione, hanno rotori con maniche in carbonio, già visti nella Tesla Model S/Model X Plaid del 2021. Utilizzare componenti collaudati su altri veicoli elettrici e, quindi, ormai prodotti in serie, promette anche un livello di affidabilità più alto.
Tesla Semi, come si ricarica?
Ultimamente Tesla ha aperto a tutti i produttori del mercato il suo standard di ricarica NACS, capace di raggiungere i 1.000 V. Al momento, però, le uniche batterie che possono raggiungere un voltaggio simile sono proprio quelle del Tesla Semi. Secondo la Casa, con la sua ricarica super rapida, il camion elettrico può caricare fino al 70% dell’autonomia in 30 minuti.
Supercharger
Anche quello delle stazioni di ricarica sarà un business, Tesla infatti ha l’idea di imporre a tutti il suo standard NACS, anche se i 1.000 V per i veicoli elettrici di oggi sembrano irraggiungibili. Le batterie delle auto Tesla raggiungono al massimo i 400 V, nel mercato automotive abbiamo esempi più potenti, ma non così tanto. (Porsche Taycan, Hyundai Ioniq 5 e Kia EV6, ad esempio, arrivano a 800 V)
Comunque, per ora, anche su questo progetto non ci sono molti dettagli tecnici, Tesla non specifica se i 1.000 V siano esatti o se si tratti di una potenza nominale oppure di picco.
Vantaggi dello standard di ricarica NAS
In ogni caso, va detto, che le stazioni di ricarica supercharger a 1.000 V portano in dote alcuni vantaggi. Un cavo meno spesso, più leggero e con meno perdite, un powertrain più efficiente con una frenata rigenerativa più efficace e, forse, anche batterie più compatte, più economiche e più leggere.
Tra gli svantaggi delle Supercharger (ma anche dei veicoli con autonomie estese) resta sempre il dubbio sulla sostenibilità ambientale dei sistemi energivori.
Non solo per il Tesla Semi
Restando nel mondo Tesla, però, dopo il Semi, potremmo trovare la super ricarica su Model 3 e Cybertruck. Probabilmente è prevista nella prossima generazione di Model Y, Model S e Model X.
Comprare un Tesla Semi, come si fa?
Prima di tutto, specifichiamo che il camion Tesla per ora non si può acquistare in Italia. Abbiamo parlato approfonditamente di come si fa a comprarlo in questo articolo, qui ricordiamo che il prezzo del Tesla Semi è di circa 150mila dollari per il modello con autonomia di 480 km (300 miglia) e 180mila dollari per la versione in grado di coprire fino a 800 km (500 miglia). Il risparmio di carburante stimato dal Costruttore, però, sarebbe di circa 200.000 dollari in 3 anni.
Tempi di consegna
Finora, essendo un prototipo, c’era il sistema dei preordini, adesso è partita la produzione in serie, è vero, ma la startup di Elon Musk deve evadere prima tutti gli ordini accumulati in cinque anni. Quanto ci metterà? Per il momento il Tesla Semi viene prodotto in Nevada al ritmo di 5 unità a settimana, per aumentare i volumi arriverà presto un’altra Gigafactory a Austin, in Texas.