Dataforce Italia ha pubblicato il suo Forecast 2023 sul mercato dei veicoli commerciali leggeri (e delle auto), basato sui dati 2022 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Diesel ancora in forze, mentre le alimentazioni alternative, ibride e elettriche, fanno fatica.
Mercato veicoli commerciali in Italia nel 2022
“Male il settore dei Veicoli Commerciali Leggeri (LCV)” esordisce Dataforce, che nel 2022 ha perso 21.600 immatricolazioni: solo 151.356 infatti le nuove targhe, con una discesa del 12,49%, nonostante un primo semestre in positivo.
Nemmeno il Noleggio a Lungo Termine (NLT) è riuscito a mantenersi al di sopra della linea di galleggiamento, nonostante i risultati positivi della prima parte dell’anno: -0,12% (solo 54 targhe in meno), con una quota di mercato che si mantiene comunque molto alta: 30,11% (3,7 punti in più rispetto al 2021).
Il canale delle Società rimane il comparto principale del mercato degli LCV visto che assorbe il 43% delle immatricolazioni. Qui, la perdita del 2022 è stata del 14,34%. A stare peggio sono il canale dei privati (-22,78% su base annua) e lo short rent (-24,79%).
Targhe last minute: Opel, Fiat e Peugeot
La corsa all’immatricolazione negli ultimi tre giorni feriali di dicembre (28-29-30) è stata inferiore alla media dei mesi precedenti. I veicoli commerciali leggeri targati sono stati il 27,9% del mercato totale, in calo di oltre 3 punti rispetto a novembre.
Il totale delle targhe “last minute” è stato di 3.714 unità su 13.319. Più attive nelle targhe “last minute” sono state le marche Opel (42,2%), Fiat (40,3%) e Peugeot (35,5%), tutte riconducibili al Gruppo Stellantis.
Nella Top10, a seguire: Toyota (31,2%), Citroen (28,7%), Ford (28,3%), Renault (24,2%), Iveco (14%) e Mercedes (10,2%).
Previsioni 2023
Per il 2023, la previsione è di oltrepassare le 156.000 immatricolazioni, con una crescita del 3,5% e con i soli mercati del noleggio in ripresa rispetto all’anno appena chiuso.
Il forecast di Dataforce prevede un mercato quasi stabilizzato per il canale di Artigiani e Professionisti (-0,8%), un discreto incremento per le Società (+5,3%, grazie soprattutto al balzo in avanti del NLT, previsto a +17,9%), una progressiva ripresa del canale short rent (+14,5%) e una flessione del 3,9% delle auto-immatricolazioni.
Alimentazioni, Diesel sempre in testa
Riguardo alle alimentazioni, nel 2022 la flessione più marcata è stata quella dei veicoli commerciali Diesel, che hanno perso quasi 6 punti di quota, rimanendo comunque oltre l’80% del mercato.
“Il Diesel perderà ancora terreno – sostiene Dataforce – ma sarà ancora una discesa molto graduale, perché le alternative ibride ancora non sono così diffuse. Il Diesel conquisterà ancora il 77,7% del mercato dei veicoli commerciali leggeri, comprese le mild hybrid.”
Mobilità sostenibile, gli incentivi non bastano
In materia di contributi statali ed ecobonus, anche se riferiti alle auto, i commenti di Dataforce sono validi anche per i veicoli commerciali. Per Laura Gobbini, Project Manager & Data Analyst, “Non è stata la mancanza di incentivi, come da più parti paventato, a frenare le immatricolazioni (…), è stata piuttosto la mancanza di interesse da parte dei clienti, che non sono nemmeno invogliati a noleggiare.
Questo perché non ci sono neanche i canoni vantaggiosi ad attirare, visto che i noleggiatori stanno facendo fatica a rivendere le poche elettriche già rientrate (che, nel frattempo, sono diventate tecnologicamente obsolete, molto più vecchie di un diesel o di un benzina di pari età) e quindi stanno abbassando vertiginosamente i valori residui.
Tutto ciò, combinato alla tracotanza delle Case automobilistiche che pensano di poter tenere i prezzi così alti e gli sconti così bassi per molto tempo ancora, sta creando la miscela perfetta per l’implosione definitiva”.
Cinesi v/s speculazione
Secondo Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia, l’implosione sarà evitata grazie all’offerta cinese “che conquisterà nei prossimi anni una fetta di mercato che le Case europee non vogliono più. Vai a vedere che ringrazieremo anche la Cina di evitare il collasso della filiera automobilistica europea, perché già adesso di cinese dentro le architetture delle auto con marchi europei c’è molto più di quello che si immagini.
E sui prezzi che non scendono, al contrario della parabola cinese, dove l’elettrico è partito più caro del termico per arrivare adesso a un prezzo del 33% inferiore, in Europa vivremo la parabola dove i prezzi del termico cresceranno fino a superare quelli dell’elettrico, in una spirale di speculazione che sembra non aver fine”.