Commerciali italiani in ripresa a marzo (+14%)

Primavera felice per il mercato dei veicoli commerciali, che dopo una leggera flessione a febbraio registra una crescita a doppia cifra a causa del miglioramento delle catene di fornitura. Lo comunica Unrae, che informa come con l’immatricolazione di 19.045 veicoli a marzo si sia verificati un incremento del 14% rispetto alle 16.706 unità dello stesso mese 2022. Nel primo trimestre il numero complessivo è di 47.116 unità, +7,1% in confronto alle 44.011 immatricolazioni del gennaio-marzo 2022.

Ottimo anche il risultato del noleggio a lungo termine, canale che ha raggiunto il 35% di quota di mercato. I mezzi elettrici salgono nel mese ad una quota del 4,4% sul totale, frutto dell’accumulo di veicoli non consegnati nei mesi precedenti causa difficoltà di fornitura. Su questo fronte resta però ancora fermo il fondo disponibile per gli incentivi, che presenta a tutt’oggi un avanzo del 97%.

Per quanto riguarda il mercato del 1° bimestre, confrontati con lo stesso periodo 2022, si conferma il calo a doppia cifra dei privati che scendono al 17,4% (-2,8 punti). In flessione anche il noleggio a lungo termine che si ferma al 27,7% di quota, con un calo di quasi 4 punti. In recupero invece il noleggio a breve termine, che rappresenta nel 1° bimestre il 4,9% del mercato, e le auto immatricolazioni, all’8,2% del totale. Sul fronte delle motorizzazioni, nel bimestre il diesel recupera 4 punti e sale all’80,1% delle preferenze. Cresce il Gpl al 3,8% di quota e i veicoli elettrici puri, che salgono al 3% del totale mercato. In contrazione il motore a benzina, che scende al 4,7% di share, e i veicoli ibridi che si fermano al 7,9% di quota (oltre 4 punti in meno del 1° bimestre 2022). Il metano si ferma infine appena allo 0,2% del totale.

La CO2 media ponderata dei veicoli con ptt fino a 3,5 t nel 1° bimestre 2023 cresce del 3,6% a 185,6 g/Km (rispetto ai 179,2 g/Km dello stesso periodo 2022).

Per uno sviluppo della mobilità urbana delle merci a zero o bassissime emissioni, l’UNRAE sollecita, oltre all’estensione del fondo e degli incentivi ad altre alimentazioni, compreso il diesel e a fronte di rottamazioni, anche lo sviluppo accelerato dell’infrastrutturazione di punti di ricarica. Per questo è necessario, secondo l’Unione, introdurre un credito d’imposta al 50% per gli investimenti privati in ricariche fast (oltre 70 kW) dal 2023 al 2025;  emanare al più presto le norme attuative (ormai in ritardo di un mese) per la realizzazione di punti di ricarica su strade urbane e superstrade, come previsto dai decreti MASE; accelerare l’emanazione del Decreto attuativo MIMIT e la realizzazione della specifica Piattaforma Invitalia per l’accesso al contributo per le infrastrutture di ricarica domestiche.