Al padiglione 55 dello Smart Production Lab, alla fabbrica Volkswagen di Wolfsburg, c’è un robot. O meglio, un robot intelligente che lavora. Le sue braccia robotiche afferrano e installano gli alberi di trasmissione e i dischi della frizione. E lo fanno con degli esseri umani al suo fianco: in questo sta la rivoluzione.
Uomo e robot uno a fianco all’altro
I robot industriali non sono una novità per l’industria automotive. Almeno finché i robot fanno il loro lavoro dietro a una barriera di sicurezza. Ma qui a Wolfsburg accade qualcosa di rivoluzionario: per la prima volta, esseri umani e robot lavorano fianco a fianco. Il robot intelligente percepisce la presenza di una persona, rallenta i suoi movimenti e allontana le braccia. Il tutto cercando di proseguire con il suo lavoro.
“Il robot percepisce che mi sto avvicinando e ne tiene conto” afferma Hackenberg, 36enne con un dottorato in Ingegneria e capo dello Smart Production Lab. “Questo è il prerequisito fondamentale per l’interazione intelligente uomo-macchina”.
Lo Smart Production Lab
Lo Smart Production Lab è solo uno dei cinque centri creativi del Gruppo in ambito IT. Gli altri si trovano a Berlino, Monaco e San Francisco. In questi laboratori con atmosfera da start-up si lavora al futuro digitale del Gruppo, nn stretta collaborazione con istituti di ricerca e partner tecnologici. La mission è quella di sviluppare soluzioni innovative come l’industria 4.0, soluzioni di mobilità alternativa, big data, connettività e realtà virtuale.
Nello Smart Production Lab di Wolfsburg, il focus principale è sulla fabbrica intelligente. Una fabbrica dove le persone e i robot non lavoreranno uno a fianco all’altro, cooperando. “Finora è stato necessario garantire una separazione fisica tra le fasi produttive e gli spazi di lavoro di persone e robot” spiega Hackenberg. “Questa non è vera cooperazione”.
Le cose sono diverse nello Smart Production Lab. “Abbiamo integrato un robot brevettato e sensori utilizzando un software in modo tale che persone e robot possano lavorare nello stesso spazio senza rischi e addirittura interagendo. Per la prima volta, siamo stati in grado di realizzare una cooperazione diretta fra uomini e robot”.
L’unità informatica è il “cervello” del robot
Il segreto del robot intelligente? Non risiede certamente nelle sue braccia: si trova sotto il piano di lavoro, dove Hackenberg e il suo team hanno installato l’unità informatica. Qui il sistema ROCK processa gesti e cenni delle mani, calcola tutte le sequenze dei movimenti delle persone, che vengono registrati da dei sensori attorno all’area di lavoro del robot, e ne valuta i risultati.
Un cenno della mano di Hackenberg è sufficiente per fermare il robot. Un altro gesto e la macchina riprende il proprio lavoro, oppure gli passa componenti o attrezzi. Appena Hackenberg si avvicina all’area di lavoro del robot, senza fare alcun gesto, la macchina riduce automaticamente la sua velocità ed evita il contatto.
La fabbrica 4.0 non sarà fatta di soli robot. “Vogliamo che i robot subentrino per i compiti più faticosi o ergonomicamente complicati” afferma Hackenberg. L’obiettivo è sviluppare una fabbrica del futuro nella quale le persone abbiano compiti complessi che richiedano un alto livello di specializzazione, creatività e capacità di problem solving.